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Saint-Pierre En Poche - Il cassetto

Latteria di Alleysin, fondata nella forma attuale con la stessa sede di oggi nel 1911 per opera soprattutto di Ferdinand Blond. I soci erano 58 tutti abitanti nelle vicinanze perchè di buona regola era necessario che il latte giungesse in latteria ancora tiepido e non troppo sbattuto.
Saint-Pierre di Cerutti-Borney-Ceriano Musumeci editore.

L’origine del Priorato di Saint-Pierre è incerta, tanto da aver generato discussioni e parecchi equivoci. Una tradizione antica, ma acritica e non basata su documenti, riteneva di poter far risalire la fondazione del “Prieuré de Saint-Jacqueme de Chatel-Argent” al V secolo, ad opera dello stesso S. Giacomo (Saint-Jacqueme), primo vescovo di Tarantasia (inizio del V secolo d.C.). Una storia lunga, da leggere, che dura da secoli. Oggi il Priorato ospita i sacerdoti anziani: con cappella e sale proprie ed accoglie gli ospiti: con camere singole, due saloni per riunioni, due biblioteche, due sale da pranzo e cappella privata.
https://www.priorato.it/un-po-di-storia

Nel mese di ottobre 2005 i lavori di scavo per le fondazioni di un complesso condominiale in costruzione nella località Ordines (Saint-Pierre) mettevano in luce un consistente ed esteso giacimento archeologico preistorico. La rilevantissima importanza archeologica dell'area della collina detta Chatelet a Saint-Pierre risulta pertanto attualmente comprovata dalla presenza di abitati del III millennio (Età del Rame, sommità e lato occidentale), di abitati del Il millennio (Età del Bronzo, lato orientale e meridionale) e di necropoli del I millennio (Età del Ferro, lato occidentale).
Franco Mezzena "Insediamento preistorico in località Ordines (Saint-Pierre)" 
https://www.regione.vda.it/allegato.aspx?pk=32400

A soli 2 km dal Castello, a 800 m. di altitudine, si trova Etavel, uno dei villaggi più belli e più popolati della collina di Saint-Pierre. “All’entrata del villaggio, verso ponente, proprio sulla strada comunale, si trova la cappella dedicata a “Notre Dame des Douleurs” (M. Addolorata). Fu costruita nel 1960 per volontà del Rev. J.B. Lale, parroco di Villeneuve. Nella cappella c’è un dipinto che lo ricorda...Sulla facciata, anticamente, erano dipinti i quattro evangelisti, ora c’è solo una croce”.
Fonte: Persod Maria Angela in “Villaggi di Saint-Pierre” di Vanda Champrétavy – Castelli di cultura- Supplemento n.3 di “Melange” – 2006

Lors des travaux d'agrandissement d'une maison au lieu dit Villette de Vetan, à 1800 m environ d'altitude, on a découvert un dépôt stratigraphique pratiquement intact à proximité d'une aire qui avait déjà fait l'objet d'investigations dans le passé. En effet, des trouvailles occasionnelles et des campagnes de fouilles effectuées par la Surintendance au cours des années 80 du XX• siècle sur la propriété Bottino avaient mis au jour des vestiges assez importants d'une construction de l'époque romaine, composée de plusieurs pièces délimitées par des murs de pierres, avec des fours et des foyers. Les recherches effectuées pendant l'été 2007 ont mis en lumière à une vingtaine de mètres au Sud de cette aire un niveau de sol (US 1) riche en fragments céramiques et - probablement - en résidus de la combustion, qui était délimité au Sud par un gros tas de pierres. Pour le moment aucun élément ne permet de définir les caractéristiques d'une implantation humaine à cette altitude, mais elle pourrait se rapporter à l'élevage saisonnier ou, peut-être, à l'extraction de minéraux.
P.FRAMARIN – A.ARMIROTTI "LES NOUVELLES DONNÉES SUR LE SITE ROMAIN EN ALTITUDE DE VETAN" (SAINT-PIERRE) ESTRATTI DA SCHEDA 131
https://www.regione.vda.it/cultura/pubblicazioni/bollettino/n_4/default_i.aspx

L’attuale chiesa parrocchiale di Saint-Pierre è stata edificata negli anni 1871-1872, in seguito alla demolizione di quella precedente di origine medievale. I fratelli Alessandro e Augusto Artari hanno decorato, nei primi anni del Novecento, sia la facciata esterna che l’interno (la volta e l’altare maggiore in marmo bianco, dove hanno raffigurato l’Ultima Cena, gli Evangelisti e alcuni santi valdostani). La tinteggiatura della facciata nel tempo si è fortemente compromessa. Nel mese di giugno 2011 sono stati effettuati i lavori di rifacimento della decorazione pittorica, riproponendo in parte quella di inizio Novecento e si è operato il restauro della scena di Gesù che cammina sulle acque e chiama san Pietro dipinta sopra il portale d’ingresso. “Chiesa parrocchiale di Saint-Pierre – Rifacimento delle decorazioni della facciata.”
VALLET V.M. /CUAZ N. Bollettino Soprintendenza per i beni e le attività culturali n.8/2011 - Pdf 204 https://www.regione.vda.it/cultura/pubblicazioni/bollettino/n_8/pdf_i.aspx

A Saint-Pierre esisteva un “campo santo” ad est della cappella dei penitenti (trasferito verosimilmente alla fine dell’ottocento). In una nota vergata a mano senza data “Comune di Villanova Baltea – concessione sepolture private in Saint-Pierre“ è presente la seguente descrizione: “1874 richiesta di ampliamento cimitero – Vierin“. Tale annotazione è da intendersi riferita, con alta probabilità, al cimitero sopra citato. In un’altra nota si riporta “1890 nuovo cimitero” e tale luogo viene menzionato in carte successive come vecchio cimitero con quattro campi e ampliamenti negli anni recenti e realizzazione del nuovo cimitero. Al centro dei quattro campi vi è un cippo con quattro lapidi, tre delle quali si riferiscono probabilmente alla stessa persona, l’arciparroco Roux. Una nota in archivio parrocchiale riporta: "Thomas Francois Roux natif d’Arvier, mort dans le 1854 a Saint-Pierre. Un modeste monument a été élevé sur sa tombe par initiative de son vicaire Gavard. Le monument a été transorté au cimetiè actuel en 1916 pour y abriter le caveau destinè a recevoir les ossements de l'ancien cimitère."
TOURNOUD Franco: Archivi comunali e parrocchiali.

Dalla vetta del Monte Fallere a tremila metri di quota lo sguardo apre sul Monte Bianco, il Gran Combin, la Grivola e altre cime delle Alpi Graie e della Alpi Pennine. Le sue pendici, tra la valle del Gran San Bernardo e la Valdigne, erano già frequentate dall’uomo nel Tardo Neolitico, 5600 anni fa. È qui che le ricerche hanno individuato il più antico pascolo di alta quota finora documentato sulle Alpi, mantenuto attivo per millenni. Polline, spore fossili, frammenti di carbone e nutrienti, estratti dai sedimenti delle Crotte Basse, una torbiera a 2350 m di quota, testimoniano la distruzione di foreste millenarie di pino cembro e abete bianco e indicano la presenza di insediamenti stagionali preistorici. Infatti, a poca distanza dalla torbiera, il sito archeologico di maggior interesse ha restituito anche le vestigia di una capanna dell'Età del Rame, con tracce di focolari, una struttura costituita da elementi lapidei interpretata come un muro a secco, un'ascia in pietra verde levigata e industrie litiche in cristallo di rocca. Un risultato eccezionale riconosciuto a livello internazionale dalla rivista scientifica Journal of Ecology che dedica alle ricerche sul Monte Fallère la copertina del numero di novembre 2017.
https://archeologiavocidalpassato.com/2017/11/03/preistoria-scoperto-in-valle-daosta-alle-pendici-del-monte-fallere-il-piu-antico-pascolo-in-quota-dellarco-alpino-le-ricerche-di-idpa-cnr-soprintendenza-universita-di-ferrara-mi/

I signori De Saint-Pierre (De Sancto Petro o De Castro Sancti Petri) apparvero sulla scena della storia valdostana alla fine del XII secolo, aderendo alla carta di franchigie che il conte Tommaso I di Savoia concesse agli abitanti di Aosta verso il 1191. I discendenti abitarono per secoli il pittoresco castello che sovrasta il paese, restaurato con gusto neogotico dal barone Bollati alla fine dell’Ottocento. I De Saint-Pierre portavano uno scudo d’argento, a due crocette patenti poste in palo, di rosso, accostate da due chiavi addossate dello stesso. Il Comune ha ripreso il loro stemma, variando soltanto il colore di una delle crocette e introducendo il nero (colore del campo nello stemma del Ducato di Aosta) accanto al rosso, in modo da ottenere la bicromia propria della bandiera della Regione. (estratto da nota J.Rivolin) Il nostro Comune ha adottato l'agionimo francese di San Pietro come identificativo. L’emblema tradizionale del Santo sono le chiavi del cielo e della terra, una d’oro e una d’argento. Ma essendo lo scudo di Saint-Pierre d’argento (metallo araldico rappresentato in bianco) non si poteva, secondo la regola araldica, porre figure di “metallo” su metallo; per cui sono stati adottati i colori tradizionalmente connessi al Ducato di Aosta: nero e rosso, come per le due crocette patenti al centro dello scudo. (estratto da nota M.Ghiraldi)
https://www.araldicacivica.it/comune/saint-pierre/

La carenza d’acqua nel Comune di Saint-Pierre si fece più grave dopo il 1850 quando il clima ritornò più caldo e più arido. Iniziò allora a farsi spazio l’idea di un progetto ambizioso: captare le acque dei torrenti dell’envers e farle attraversare la Dora Baltea e ascendere sino alla siccitosa collina. Le “Grand Canal de Saint-Pierre-Villeneuve” fu realizzato parecchi anni dopo “Finalement en 1912 les pratiques techniques et financières étant achevées le Conseil d’amnistration mit les travaux à l’enchère”. A primavera del 1924 le acque del Savara, scavalcata la Dora, poterono risalire la bassa collina: “Maintenant l’oeuvre est achevée. Elle a coûté trente ans de luttes, des efforts gigantesques qui n’ont pas toujours été secondés. Notre reconnaisence, ainsi que celle de nos arrières-neuveux, est de droit acquise aux hommes à la claire intelligence, à la volonté tenace qui ont concouru à réaliser ce “miracle” de l’hydraulique moderne.
Le Messager Valdotain - Almanach Illustré 1924 – pag.42 e succ. – Saint-Pierre- Cerutti-Borney-Ceriano Musumeci 1993

“Ni haine, ni oubli” è una scritta incisa su una delle lapidi collocate nel Parco della Rimembranza di Saint-Pierre. Il luogo di culto e della memoria è stato inaugurato il giorno 29 ottobre del 1967 nell’area antistante alla curva della strada statale dove il 7 settembre del 1944 i tedeschi avevano effettuato una rappresaglia e fucilato otto civili in età compresa fra i 20 e 54 anni. “Il pregio della localizzazione è accresciuto dal fatto, sottolineato da Severino Caveri presidente della Giunta regionale, di essere lungo una strada che con il traforo del Monte Bianco, da poco inaugurato, ha assunto ora l’importanza di una arteria attraverso cui scorre il traffico internazionale e che collega direttamente la Valle d’Aosta alla Savoia, che al momento della liberazione della Francia, nell’agosto del 1944, aveva trovato nel maquis valdostano un valido ed immediato sostegno.” Alla realizzazione dell’opera contribuì anche il governo nazionale e fu finanziata dalla Giunta regionale della Valle d’Aosta. Gli autori furono l’architetto Gianfranco Bellone, per il monumento in marmo e il professore Rolando Robino per il monumento in pietra. La lapide dedicata ai fucilati di Saint-Pierre fu collocata originariamente lungo la statale n.26 sotto il Castello di Saint-Pierre e inaugurata il 4 novembre 1950. In seguito fu spostata nel Parco della Rimembranza. Il complesso monumentale è stato oggetto di diversi atti vandalici.
"Silens Loquor" Cippi, lapidi e monumenti a ricordo dei partigiani e dei civili morti nella Resistenza in Valle D’Aosta 1943-1945. D.G. Jon e M.Alliod – Le Chateau 2007

Nel periodo feudale i governanti comunicavano con il popolo attraverso “les cries” (adunanze indette oralmente) e i “Bamps” (bandi o avvisi) che consistevano nella lettura degli avvisi per più domeniche successive sul piazzale della chiesa all’uscita della messa solenne. Il bando poi veniva esposto all’albo pretorio. Tale forma di pubblicazione degli avvisi fu tenuta in uso fino alla seconda guerra mondiale. Le adunanze del popolo avvenivano sul piazzale della chiesa o nella cappella della congregazione religiosa dei penitenti. Con l’istaurazione del sistema comunale, laico quindi, si adattarono dei locali per il municipio dove svolgere le attività inerenti l’amministrazione. Nel periodo del fascismo vari comuni furono aggregati fra loro e quindi il nostro municipio fu soppresso. Con la ricostruzione democratica fu ricostituito il Comune di Saint-Pierre e la prima sede degli uffici fu posta nel castello.
Tratto da I. Ceriano “Edifici pubblici per la comunità”. Saint-Pierre – Cerutti-Borney-Ceriano- Musumeci editore

Il 15 aprile 1913 muore Monsieur Bochet Joseph di 40 anni, nato a Saint- Pierre, direttore d’Hotel a Londra. Nei ricordi del tempo Joseph era un punto di riferimento per ogni valdostano che si fosse recato oltre Manica in cerca di lavoro. “Dans sa maison, rendez-vous des Valdôtains, la nostalgie du pays disparaissait comme par enchantement. Sa brillante position de directeur d’hôtel-restaurant lui permettait d’aider les Valdôtains qui avaient besoin de ses conseils et de son appui.” La notizia della morte venne data dal fratello della vittima, François, mediante una comunicazione al giornale Mont Blanc del 21 aprile: ”C’est avec les yeux plein de larmes et le cœur brisé de tristesse que je vous écris ces quelques lignes pour vous faire part de la douloureuse nouvelle de la mort de mon cher frère Joseph Bochet parmi les victimes du Titanic.” Oltre cent’anni fa il dramma del naufragio e inabissamento del transatlantico Titanic, in cui persero la vita 1518 persone compresi i membri dell'equipaggio, sconvolse il mondo intero.
Messager Valdôtain 1913- Messager Valdôtain 2013 - O.Borettaz

All’inizio del novecento i villaggi di Chantel, Rumiod di sotto, Rumiod di mezzo, Rumiod di là e Rossan, situati della splendida conca a circa 7 km dal borgo di Saint-Pierre, erano molto popolati. Esistevano due scuole, quella dei maschi (4 classi e 18 alunni) e quella delle femmine (3 classi e probabilmente altrettante alunne). La scuola, così come la latteria, aveva la sua sede a Rumiod di mezzo. La latteria aveva 42 soci, ogni villaggio aveva il forno comunitario; vi erano poi due mulini ad acqua, uno a Rossan ed uno privato a Rumiod di là. Vicino alle case quasi ogni famiglia aveva un piccolo appezzamento di terreno per coltivare la canapa che veniva fatta macerare in una fossa. Veniva poi spezzata, cardata e filata ed in seguito portata a Valgrisenche per la tessitura. La principale attività era l’agricoltura. Si coltivavano segale e frumento alternato a patate e alcuni avevano delle vigne, più in basso a Champrétavy. Le famiglie erano numerose e molti giovani erano costretti ad emigrare per fare gli spazzacamini a Lione e Marsiglia.
Tratto da “ MEMORIE Villaggi e personaggi di Saint-Pierre” V. Champrétavy – Supplemento n. 3 Melange 2003

Tra le vestigia del glorioso passato di Saint-Pierre spiccano il castello di Saint-Pierre e a poca distanza dallo stesso il castello dei Sarriod de la Tour. Due dei tanti castelli che troviamo disseminati su tutto il territorio della regione e che costituiscono un elemento caratterizzante del paesaggio valdostano.” …la trapuntata distribuzione dei castelli lungo il principale solco vallivo della Dora Baltea, ha da sempre prodotto l’idea che esistesse una fitta rete di luoghi fortificati, tra loro visivamente collegati. Tale densità è stata spesso travisata riconducendola a una precisa scelta progettuale per la quale si è addirittura arrivati a parlarne come di una strutturata “poligonale di osservazione”. L’immagine attuale così fossilizzata conduce il semplice osservatore a stereotipare il fenomeno, leggendovi unicamente un continuo succedersi di castelli strategicamente disposti sulle due sponde orografiche della Dora Baltea. In realtà la loro dislocazione è legata a criteri differenti e, se si vuole, molto meno militari. Quasi ogni conoide di deiezione delle valli afferenti, o aree sfruttabili dal punto di vista agricolo, o ancora ampi terrazzi lasciati dall’infossamento dell’alveo della Dora, hanno costituito luoghi eccellenti per allestire strutture incastellate poiché tali territori garantivano un ritorno economico attraverso l’attività agricola praticata dalla popolazione asservita. La posizione della fortificazione, salvo qualche rara eccezione, aveva un preciso scopo ostentatorio, doveva cioè essere visibile dalla popolazione e dai viaggiatori, rovesciando quel concetto del controllo e della comunicazione tra castelli, luogo comune assai abusato, per divenire esibizione di se stesso, della sua autorità e delle sue qualità architettoniche, il castello cioè non doveva vedere ma essere visto. La scelta del sito da fortificare, pur rimanendo oltremodo valida la preferenza per luoghi arroccati e facilmente difendibili, trovò all’interno del territorio regionale tratti distintivi secondo il momento cronologico e la congiuntura politica”.
Tratto da M. CORTELAZZO - La metamorfosi di un paesaggio alpino: l’incastellamento valdostano tra X e XIII secolo. BULLETIN D’ETUDES PREHISTORIQUES ET ARCHEOLOGIQUES ALPINES publié par la Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie - 50ème anniversaire de la Société 1967 – 2017

Nel corso dell’anno 1934 venne aperta la fermata della stazione ferroviaria di Saint-Pierre, formalmente attivata il 1°gennaio 1937. “Grace à Dieu et à la générosité des bons l’année 1937 aussi a étée féconde en œuvres de bien. On a obtenu l’arrêt du train et ce n’est pas chose de peu importance ”. Come riporta il Messager Valdôtain di quell’anno, molti furono però gli interventi realizzati grazie alle donazioni: ”on a placé au clocher un magnifique horloge à trois cadrants dont le central est lumineux, le tout sorti des ateliers de la Ditta Miroglio de Turin, l’interieur du clocher a été complètement remis à neuf. L’église a étée aussi l’objet d’embellissements trés importants: l’autel de la Sainte Vierge, les balustrades des deux chapelles, le baptisté sont autant d’œuvres d’art que la Ditte Martinelli d’Ivrée a voulu exécuter tout en marbre blanc de Carrare. A ces travaux si remarquables vinrent s’ajouter quatre jolies peintures représentant au baptistère le baptème de Jesus, à la Chapelle de la Sainte Vierge, la Présentation, les Epuosailles et l’Assomption de Marie au Ciel. Ces travaux sont dus au pinceau du Prof. Jules Carlo de Genes.
La ditta Brunod d’Aoste plaça un merveillleux parquet aux deux chapelles et confectionna huit bancs en noyer. Après cela, il est bien permis d’appliquer aux Saintpierrolais ces paroles de la Sainte Ecriture: “Le zéle de la maison de Dieu me dévore“ car, on sait que dans ces dernières années les habitants de Saint-Pierre ont consigné à leur Curé pour l’église et les chapelles l’impressionante somme de L.200.000”.
Messager Valdotain 1937

L’esistenza della nobile famiglia Sarriod, legata politicamente ma non da vincoli di parentela ai signori di Bard, è attestata fin dal XII secolo. Rimangono comunque oscure le origini del castello, situato a Saint-Pierre in una zona pianeggiante a poca distanza dalla strada statale.
L’impianto più antico comprendeva la cappella e la torre centrale a pianta quadrata (donjon) circondata da una cinta muraria, configurazione tipica dei castelli valdostani risalenti al X-XII secolo. Nel 1420 Jean Sarriod fece costruire, dove già esisteva la torre denominata fin dal XIV secolo “turris Sariodorum”, un vero e proprio castello con funzioni di rappresentanza mediante l’aggiunta di una serie di corpi al donjon preesistente. A questo intervento risalgono la realizzazione della scala a chiocciola della torre (viret) e l’inserimento delle finestre crociate in pietra da taglio caratteristiche del Quattrocento valdostano. Nel 1478 il figlio di Jean, Antoine Sarriod de la Tour, trasformò la cappella intitolata alla Vergine e a San Giovanni Evangelista, occasione in cui furono realizzati gli affreschi esterni con la Crocifissione e San Cristoforo e fu elevato il piccolo campanile. Nell’ala nord, al piano terreno, si apre un vasto locale di servizio con copertura in legno; al primo piano è situata la cosiddetta “sala delle teste”, che prende il nome dalla decorazione del soffitto ligneo. Nel tardo XV secolo la cinta muraria venne munita di torri difensive a pianta circolare e semicircolare e fu aperto sul lato orientale il nuovo ingresso al castello con portale a sesto acuto e archivolto scolpito recante lo stemma dei Sarriod. La discontinuità fra le quote di livello nei vari ambienti attesta i diversi interventi succedutisi nei secoli successivi. Nel XVI secolo sorse l’ala che oggi costituisce il prospetto orientale, la torre all’angolo nord risale al XVII secolo e alcuni frammenti di pitture murarie e un camino in stucco sono della prima metà del ‘700.
Il castello rimase di proprietà dei Sarriod de la Tour fino al 1923 quindi passò alla famiglia Bensa di Genova. Dal 1970 appartiene alla Regione autonoma Valle D’Aosta.
https://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/castelli-e-torri/saint-pierre/castello-sarriod-de-la-tour/901